QUELLO ERA IL GIORNO ( 3)

E spiccava spesso su quel praticello – pressoché alla medesima altezza rispetto al livello del davanzale delle finestre del piano più alto-un totem immobile, una macchia nera e opaca,che contrastava sul giallognolo illividito di un cumulo scomposto di erbe falciate e ormai marcescenti, accumulate a lato inerti e come di fretta.Era uno dei due felini allo stato semiselvatico che si aggiravano spesso in quella parte della frazione,padroni degli esigui appezzamenti e dei più ampi impiantiti di pietrame autoctono, che contornavano edifici per la maggior parte abitati unicamente nei periodi estivi. Quel gatto appallottolato al sole d’autunno era l’unica solitaria presenza di quell’angolo,all’estrema propaggine di una delle due strade che permettevano di raggiungere il paese,la più bella come panorama naturale, la meno usata dopo la frana che l’aveva interrotta per anni, prima di un suo parziale ripristino.Da quell’angolare osservatorio perimetrato strettamente, il cielo le pareva altissimo. Continua a leggere