LE ANNOTAZIONI

LE ANNOTAZIONI
Dopo la accelerata germoglianza di alberi arbusti e rami le due giornate di forte abbassamento delle temperature  ha come striminzito le efflorescenze e le duplicazioni dei germogli,come se ci fosse stato una ghiacciazione con indurimento interno. Una specie di innervamento bruciante che asciugasse la potente linfa riducendola a qualcosa di miserabile, di troncato al nascere ,uno sbiadimento reticolare e pervasivo, alcune foglioline erano  ora appiattite come essiccate e  vi si osservava una filigrana, una sorta di radiografia.Quella mattina poi aveva osservato numerose escavazioni nelle varie aiuole, un sommovimento maligno con tracce e rimasugli  di tuberi e fogliame, una completa distruzione di non sapeva quali animalacci notturni. Gli anni precedenti ne aveva già notato lo scempio e questa volta al primo accenno di possibile incursione  aveva cercato di ovviare con delle coperture  strampalate su quei giacinti magnifici dal profumo stordente ,alti svettanti nel loro viola accentuato: niente , di loro ora non rimaneva nulla solo piccoli lacerti sottilissimi li sul terreno mosso. Come una piaga pesticciata,un segno morboso che l’aveva fatta perfino piangere.

Nonostante questi accenni traumatici di devastazione l’indomani c ‘era stato un veloce riassestamento ,inizialmente incerta si era poi decisa a togliere completamente i residui rimasti e sperando di salvare almeno qualcuno dei gigli variegati li aveva spostati in alcuni vasi sul balcone.Il rimanente si era fatto da sé, con un riinnalzamento delle temperature con un accrescimento esponenziale di rinverdimento e inturgidimento di ogni differente tipo di fogliame e dello svettare vertiginoso di piante pochi giorni prima ancora come corrose e impietrate, grige e con foglie pendule, strette nella sempiterna terrosita tipica di quella zona.

Il primo verde che come l’anno precedente per sbalordimento l’aveva colpita era quello di una tonalità indefinibile, aerato, come un giallino frammisto a una propria luce interna che ne determinava un alone verdissimo e acquatico e che aveva poi visto sbocciare intricato in densi fiori carnosi fatti di tante foglietti lamellari come di carta sottile di vecchi libri sbriciolati dal tempo: aveva significato il rinnovarsi di quella impettita innominata pianta dalla base incuneata in una aiuola semicircolare bordata di improvvido pesante cordolo sagomato di cemento- e in una triangolare posizione tra le due rampe della scalinata esterna di mattonato frammentato da intemperie cruente,quella invincibile pianta che perfino un tentativo di distruggerla con il fuoco da parte di chi non si sa aveva stranamenre reso piu forte,e ora aveva assunto una posizione di dominus fino a battere alle finestre dello studiolo: aveva poi dopo varie ricerche saputo l’ esatta sua denominazione, si trattava di un olmo campestre.